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La politica vuole l'Internet

Internet è pandemico. Per quanto stupido o intelligente sia l'uso che la gente ne fa, è indiscutibile che sia uno degli argomenti e dei mezzi principi della politica presente e si spera (in un crescendo) futura.


Il 6 luglio, l'AGCOM diventerà l'organo politico (i nominati sono pescati dalla camera e dal senato anche se sulla carta le Authority dovrebbero essere indipendenti) in grado di censurare (bloccando l'indirizzo IP o i nomi di dominio) in un paio di giorni qualunque contenuto riterrà opportuno, dalla pedo-pornografia al vostro video parodia di Justin Bieber con la canzone degli Skiantos.

Non vorrei aggiungere altro. Tutte le informazioni, per chi vuole leggerle, sono contenute nella delibera n° 668 2010 dell'AGCOM.
Ovviamente però voglio condividere con voi dell'altro (dopo il salto).

La scusa: la pirateria informatica
A mio avviso la cosa si presenta risibile dal punto di vista filosofico (ritengo che il procedimento della copia sia essenziale all'evoluzione del sapere umano), sono conscio però che è necessario addurre giustificazioni fisicamente comprensibili a timori metafisici, per questo vi invito a leggere le domande dell'avvocato Guido Scorza che espongono i problemi reali che manifestano l'inutilità prima e la pericolosità poi della scelta dell'agcom:

  • Economici
    • Gestire la mole di richieste necessiterà di risorse ingenti
    • Nessuno ha stimato quale sarà il ritorno di investimento dovuto all'abbattimento della pirateria
  • Giuridici
    • L'agenzia sembra non lavorare con gli organi fin'ora preposti a tali atti
    • L'agenzia sembrerebbe arrogarsi un potere di giudizio inappellabile, in disaccordo con la nostra costituzione
  • Amministrativi
    • L'inappellabilità e la nebulosità della delibera crea un'istituzione troppo poco trasparente
In questi momenti è possibile seguire la diretta. ACCATTATEVILLO!

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